Cristina Kristal Rizzo, dancemaker, è attiva sulla scena della danza contemporanea italiana a partire dai primi anni ’90. Fiorentina, studia a New York alla Martha Graham School of Contemporary Dance e frequenta la sala prove di Merce Cunningham e Trisha Brown. É tra i fondatori di Kinkaleri, compagnia con la quale attraversa la scena internazionale e riceve numerosi premi. Nel 2008 intraprende un percorso autonomo di produzione coreografica divenendo una delle principali realtà italiane. Alla circuitazione degli spettacoli affianca un’intensa attività di conferenze, laboratori e scrittura. Ha collaborato con istituzioni italiane e straniere, tra le quali il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Aterballetto, il Teatro LAC di Lugano, il MACRO a Roma, il MUSEION a Bolzano, il Centro Pecci di Prato e il Museo del ’900 di Firenze.
Le danze trasparenti di ECHOES vivono in luoghi aperti e forse abbandonati. Il corpo si sporge ai confini della persona, come un paesaggio che attraversa un altro paesaggio, ecosistema in cui si attiva il tempo umano dell’espressione. Un dialogo giocoso tra corpi e ambiente che si sviluppa intorno ai “Pièces de clavecin” di Rameau, in una dimensione musicale al contempo materica e astratta. Due o quattro corpi danzanti si modulano nei luoghi che vanno ad abitare, in una composizione tattile dalla durata variabile e nel puro abbandono di se stessi.
Foto di Giulia Casamenti
Coreografia Cristina Kristal Rizzo
Musiche AA.VV.
Creative Producer Silvia Albanese
TOCCARE: gesto fondativo del mondo fisico e di quello immateriale, un modo di ripensare la natura dell’essere e del tempo. Toccare l’altro è toccare tutti i possibili altri, compresi noi stessi. Cristina Kristal Rizzo si pone con questo lavoro una serie di domande: come assumersi una responsabilità creativa che coinvolge sia il sensibile che l’insensibile? Come venire a contatto con un’etica attiva verso il virtuale? Come riappropriarsi di un corpo erotico al di là di un narcisismo ipersessualizzato? E infine come proporre una riflessione ecologica, nella compenetrazione tra essere umano e ambiente, per trovare un contatto con il mondo? La coda del titolo evoca “The White Album” dei Beatles, ma anche i personaggi fantastici ed eterei del Ballet Blanc.
Foto di Andrea Macchia, Torinodanza
Coreografia Cristina Kristal Rizzo
Musiche Jean-Philippe Rameau « Les Pièces de clavecin »
Adattamento, direzione musicale e clavicembalo Ruggero Laganà
Set & Light design Gianni Staropoli
Creative Producer Silvia Albanese
Costumi Boboutic ss20
Video Fabio Melotti