Chiunque abbia seguito la storia di Judith Hill riconoscerà in Letters from a Black Widow un titolo davvero scioccante. L'espressione “Vedova Nera”, coniata dai tabloid, è nata dopo le morti per overdose dei suoi due collaboratori più famosi, Michael Jackson e Prince. Un termine di abuso che i troll di internet hanno scagliato contro la celebre artista, alimentando teorie di cospirazione e creando un trauma che ha quasi messo fine a una carriera. Talentuosissima musicista, compositrice e cantante; figlia di una pianista giapponese e del bassista afroamericano Robert Lee «Pee Wee» Hill; da lungo tempo sulla scena musicale con un curriculum da brividi, nonostante un’età ancora piuttosto giovane (40 anni), che include un Grammy per il suo ruolo nel film documentario vincitore dell'Oscar “20 Feet from Stardom”.
Le nuove storie di scoperta, resistenza e redenzione di questo album hanno in comune tutte la stessa incrollabile base soul e funk di cui Hill ha goduto per la maggior parte della sua vita. Letters from a Black Widow è un formidabile grido di battaglia: un album di passione soul/funk/gospel scritto, arrangiato ed eseguito in modo spettacolare.
Judith Hill: voce, piano, chitarra
Peewee Hill: basso
Michiko Hill: tastiere, B3
Shadrack Oppong: batteria