Lo spettacolo nasce dall’esigenza di raccontare le storie di vita di chi non ha una lingua propria se non quella della pietà, di chi non può raccontarsi da sé perché non si trova dalla parte giusta della Storia. C’è Joseph che è partito dal suo paese, ma prima di arrivare in Italia è stato seppellitore, emigrante, schiavo, naufrago, detenuto, facchino e barbone.
E poi c’è il razzista, la Donna Impicciata, lo Zingaro di otto anni che fuma, il Preposto della cooperativa e persino San Francesco… Come in un concerto, in ogni replica si crea una scaletta, si scelgono un paio di storie e una manciata di personaggi. Per realizzare questo progetto Celestini si pone in ascolto e sceglie di trascorrere quasi dieci anni a intervistare ‘poveri cristi’, per essere certo di poterli raccontare attraverso le loro stesse parole. L’incontro tra l’autore e i personaggi a cui restituisce corpo, voce, spazio e dignità è al centro di una narrazione che si spinge oltre il potere economico, religioso, militare e oltre le vette della letteratura, per raggiungere gli ultimi che forse un giorno, come nella parabola di Gesù, saranno chiamati ad essere primi.
di e con Ascanio Celestini
e con Gianluca Casadei alla fisarmonica
distribuzione a cura di Mismaonda