MARCIA, DEMOCRAZIA! Composizione per un tempo venturo mette in scena un corpo che resiste e insiste. Il punto di partenza è il Regio decreto del 1926 che definiva il ballo “apologia del vizio”, chiudendo 256 sale su 338 in nome del “buon costume”.
Da quella repressione prende vita una partitura di gesti e parole che smaschera il timore, sempre attuale, per ogni espressione libera e “scandalosa”. Tra sussulti comici e lampi di sconcerto, la performance intreccia lingue e codici, dati e suoni, creando ortografie non lineari: la scrittura si fa danza e la danza orazione.
L’antifascismo vi appare come corpo vivente, non reliquia, e denuncia le nuove marcescenze di egoismo, conformismo e moralismo che oggi minacciano la democrazia. Dal jazz bollato come “negroide” alla femminile emancipazione che “dondola”, questa composizione per un tempo venturo afferma che il ballo – allora come ora – resta un atto politico, un respiro ostinato di libertà.
Roberto Scappin, Paola Vannoni
produzione quotidianacom| Kronoteatro
con il sostegno di Regione Emilia Romagna