Possiamo immaginare che sia un viaggiatore extraterrestre stranito, o un dio poco partecipe e stupito, o una vecchia scimmia saggiamente ironica, a raccontare ad un amico questo elenco frammentario e disordinato, paradossale e folle di guerre, stragi, drammi, mode, scoperte scientifiche, pregiudizi, meraviglie, sentimenti, passioni e ingiustizie del 900 sul pianeta Terra, regione Europa. “E nel 1986 fu creata una bambola Barbie con la divisa a righe dei campi di concentramento con un piccolo copricapo a righe…”; “E nel 1916 nei pressi di Javincourt fu passato per le armi un soldato che non aveva i pantaloni regolamentari e si rifiutava di indossare i pantaloni insanguinati di un compagno morto…”; e così via.
E così, questo sconcertante racconto – grazie ad uno straordinario Lino Guanciale, avvolto dai frammenti musicali del fisarmonicista sloveno Marko Hatlak – diventa tutto quanto si può dire sul secolo in questione, lasciando allo spettatore non solo la possibilità di farsi un’idea fondata di quanto accaduto ma anche di potere prelevare e ritagliare quanto lui stesso possa ritenere necessario per confermare o negare questo o quel convincimento.
Alla fine, dice l’autore, “la Storia è un fatto tragicomico: ognuno quindi ci trova il suo tornaconto, i pessimisti così come gli spiritosi.”
di Patrik Ourednik
traduzione Andrea Libero Carbone
diretto e interpretato da Lino Guanciale
musiche eseguite dal vivo da Marko Hatlak (fisarmonicista)
costumi ed elementi di scena Gianluca Sbicca
luci Carlo Pediani
produzione Wrong child production, Mittelfest 2021 in collaborazione con Ljubljana Festival