100 e 10 sono gli anni che ci separano dalla nascita e dalla scomparsa di Dario Fo (1926-2016). Sono invece 59 gli anni trascorsi dal debutto di questo spettacolo, pietra miliare del teatro nazionale (e non solo) e capolavoro di Fo, che lo ha replicato centinaia di volte in tutto il mondo rivelando le sue qualità di autore (da premio Nobel) e di straordinario attore. Matthias Martelli, con la regia del compianto Eugenio Allegri, ha realizzato un sogno coltivato fin da una sera di fine infanzia, quando, in famiglia, quasi fosse un rito, ne ha visto proiettate le immagini vhs sul tv domestico. Dopo aver incontrato Fo alla “Libera Università di Alcatraz” a Gubbio e aver ricevuto il suo benestare, inizia a lavorare allo spettacolo (che ha già all’attivo più di 200 repliche da parte dello stesso Fo) insieme ad una delle più grandi istituzioni teatrali italiane, ovvero il Teatro Stabile di Torino.
Martelli (classe 1986), dopo una laurea in storia, si iscrive alla Performing Arts University di Torino diretta da Philippe Radice, il cui punto di riferimento è Jacques Lecoq, uno dei maestri di Dario Fo e del teatro fisico. Muove i suoi primi passi nel mondo teatrale con il Teatro della Caduta di Torino, andando in scena in luoghi non convenzionali: piazze, circoli, piccoli teatri, festival di teatro di strada. Da allora ha scritto e interpretato diversi spettacoli in cui la cura del gesto potenzia la parola e viceversa, integrando teatro di narrazione e teatro fisico, caratteristica peculiare anche del teatro di Fo. Questo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, debutta nel 2017 ed è stato replicato in tutta Europa.
di Dario Fo e Franca Rame
con Matthias Martelli
regia Eugenio Allegri
aiuto regia Alessia Donadio
produzione Teatro Stabile di Torino