Caterina della Bisbetica domata è un personaggio che incarna un'ambiguità affascinante, un paradosso che la rende molto più complessa di una semplice "dama addomesticata". La sua figura si presenta come un groviglio di contraddizioni: antipatica e intransigente, a tratti sboccata e con posizioni integraliste, qualcuno la definirebbe persino pazza.
Eppure, sotto questa corazza, si cela una profonda libertà, un'adolescenziale e romantica aspirazione a un mondo in cui il matrimonio sia un atto d'amore, non una transazione sociale. Tutti i protagonisti sono segnati da colpe, intrappolati in una rete di ipocrisie e convenzioni sociali, in una società profondamente maschilista come quella inglese di fine Cinquecento.
L'immagine di una sorta di "selvaggia addomesticata" che trova la sua redenzione nell'obbedienza poteva apparire, all'epoca, come un personaggio comico in una commedia a lieto fine; tuttavia, la prospettiva oggi è radicalmente mutata.
di William Shakespeare
con Amanda Sandrelli e Pietro Bontempo
adattamento e drammaturgia Francesco Niccolini
regia Roberto Aldorasi
e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Adriano Giraldi, Riccardo Naldini, Lucia Socci
scene Francesco Esposito
costumi Giuliana Colzi
musiche a cura di Elena Nico
produzione La Contrada Teatro stabile di Trieste